Con Honeycomb Google punta ai tablet

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La prossima versione di Android, la 3.0, sarà indirizzata in modo più specifico al mondo dei tablet. Google ne anticipa le caratteristiche.
Google ha rotto gli indugi e pubblicato, per la prima volta, un buon numero di dettagli relativi alla prossima versione del sistema operativo Android. La terza versione della piattaforma pensata per i dispositivi mobili e conosciuta con il nome in codice di “Honeycomb“, si rivolge in primis al mondo dei tablet. Già ampiamente affermatosi in ambito smartphone, Android 3.0 Honeycomb” mira adesso a conquistare il favore dei produttori di tablet, uno degli argomenti “più caldi” al CES di quest’anno.

Secondo l’ingegnere di Google Andy Rubin, la prossima versione di Android è stata studiata “sin dalle basi per essere portata sui dispositivi dotati di schermi più ampi“. Rubin ha spiegato che gli sviluppatori hanno speso molto tempo per ottimizzare al massimo l’esperienza di utilizzo di “Honeycomb“: la terza release del sistema operativo eredita le caratteristiche che hanno decretato il successo di Android, migliora il supporto per il multi-tasking, le notifiche esposte all’utente ed il modulo client per l’accesso e la consultazione del market online.

In un video da poco pubblicato su YouTube, Google ha presentato alcune delle caratteristiche che contraddistinguono Android 3.0. Tra le innovazioni aggiunte “sotto il cofano” vi sono quelle relative al browser integrato (navigazione a schede, supporto per la sincronizzazione con Chrome e per la modalità di navigazione “in incognito”). Nella terza versione di Android trovano spazio Google Maps 5 – con la ricostruzione tridimensionale degli edifici – e gli strumenti per l’accesso a Google eBooks e Google Talk.

La versione stabile più aggiornata del sistema operativo Android è al momento la 2.3 “Gingerbread“: per ora solamente il nuovo smartphone Nexus S ne fa uso. A breve i vari vendor dovrebbero proporre agli utenti l’aggiornamento ad Android 2.3. Tra i primi dovrebbero esserci il Nexus One di Google ed il Desire HD di HTC.

 

Nintendo: la 3DS non ha effetti collaterali

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“La console 3DS non è un prodotto pericoloso”. È quanto ha dichiarato il presidente di Nintendo, Satoru Iwata, durante la tre giorni di Nintendo World 2011 a Tokyo: ribadendo, a seguito delle ultime allarmanti dichiarazioni, il suo messaggio di salute e sicurezza in relazione alla tecnologia 3D.

Proprio qualche giorno fa, nonostante fosse prossima la campagna pubblicitaria per la nuova console Nintendo 3DS attesa in Giappone per il 26 febbraio, una ricerca condotta dalla società aveva riportato che la visione prolungata di immagini 3D stereostopiche poteva causare un non corretto sviluppo della vista per i bambini di età pari o inferiore ai sei anni. L’esito della ricerca commissionata dalla Nintendo, per verificare se e quanto il cervello potesse sopportare le illusioni ottiche per tempi prolungati, sembrava aver dato segnali non positivi, allertando in poco tempo molti genitori.

Nel comunicato rilasciato dalla società si leggeva che i bambini la cui vista non era del tutto sviluppata, dunque più esposta a rischi, dovevano giocare con la console solo in modalità 2D in quanto la visualizzazione dello schermo, per sessioni di gioco prolungate, poteva avere un’influenza negativa sullo sviluppo dei loro occhi. Per tale ragione si invitava i genitori ad utilizzare il parental control disponibile con la console 3DS per disattivare la tecnologia 3D quando usata dai più piccoli.Ma le avvertenze non colpivano solo i ragazzi. La nota del gigante nipponisco invitava tutti, diversamente dalla tecnologia 2D in cui si invitava una pausa per ogni ora di gioco, a riposarsi il doppio delle volte con una pausa per il riposo della vista ogni 30 minuti. Anche se Nintendo si riferiva direttamente al propio hardware, il messaggio riguardava tutte le immagini stereostopiche prodotte da qualsiasi altro dispositivo 3D, utilizzabile dagli utenti senza la necessità di indossare gli occhialini, come TV, computer o console.

Stando alle dichiarazioni del presidente di Nintendo, rilasciate al Wall Street Journal, gli effetti collaterali esposti dalla Nintendo ai suoi utenti durante queste festività natalizie rappresentavano semplicemente un messaggio in cui si informavano gli utenti che la lunga esposizione al gioco è nocivanon l’indicazione che la 3DS è pericolosa.
“Le persone – ha evidenziato Iwata – utilizzano le console da gioco continuamente per un tempo superiore a qualsiasi altro utilizzo di dispositivi 3D”. “I genitori – ha continuato – a volte usano i videogiochi quasi come babysitter per i loro figli”.

Il CEO Nintendo, approfittando dell’intervista, ha inolte dichiarato che la società ha comeobiettivo la spedizione di 4 milioni di console 3DS in tutto il mondo entro la fine di marzo, di cui 1,5 milioni nel mercato giapponese.
La 3DS, al prezzo di 25.000 yen (300 dollari), sembra destinata, nonostante le varie preoccupazioni esposte, ad avere comunque un grande successo.

VLC, cacciata da App Store

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Apple ha rimosso da App Store l’applicazione VLC. Una decisione non certo inaspettata, che però priva iOS di uno strumento di multimedialità considerato molto utile. O almeno toglie la possibilità di utilizzarlo agli utenti che ancora non l’avevano scaricato, mentre per coloro che avevano già provveduto a farlo l’applicazione rimane disponibile.

È una notizia che non sorprende, perché divergenze erano già sorte tra uno dei creatori del media player open source e i responsabili dell’applicazione per iOS. E proprio questa vicenda sembra essere il peccato originale che precluderà all’app l’ospitalità nel giardino chiuso di App Store: uno degli sviluppatori del codice open source del software (e impiegato di Nokia), Rémi Denis-Courmont, aveva inviato a Apple una “notifica di infrazione di copyright”.

Il programmatore puntava il dito contro l’inadattabilità del DRM di Apple con la licenza GPL del codice VLC: pur essendo distribuita gratuitamente sullo store digitale, le ulteriori condizioni imposte dallo store di Cupertino non permetterebbero la libera condivisione e redistribuzione del software, rendendo (in generale) incompatibile GPL e EULA di App Store.

Insomma, dato il consueto atteggiamento precauzionale di Cupertino, la sua rimozione era scontata.

A complicare la vicenda, tuttavia, il fatto che il responsabile della creazione dell’app, Applidium, abbia ottenuto il permesso di utilizzare il nome proprio dal team di VideoLAN, che sulla questione GPL vs Marketplace non aveva ancora espresso una posizione ufficiale, tanto da far apparire quella di Denis-Courmont come una posizione esclusivamente personale.

Una volta conclusasi la vicenda con la rimozione, come da lui voluto, egli stesso ha gettato dubbi sulla correlazione diretta tra la sua denuncia e l’epurazione: innanzitutto perché dalla sua richiesta sono passati ben due mesi (più del tempo necessario ad una tempestiva soluzione, quale imposta dal diritto d’autore statunitense); secondo perché, pur avendo comunicato per primo proprio a lui l’avvenuta rimozione, Cupertino non ha dato alcuna spiegazione ulteriore della scelta; terzo perché “già quattro anni fa Apple aveva rimosso VLC dal vecchio Mac Store per computer”; infine, perché Apple avrebbe – a suo avviso – potuto considerare la licenza GPL legata a VLC prevalente sulle EULA del suo store (magari con una loro conseguente modifica), risolvendo in modo alternativo lo questione.

Insomma per lui come per altri, la convivenza GPLv2 con le condizioni aggiuntive poste da App Store (così come da altri app store) era una questione fin qui risolta con la tecnica dell'”occhio non vede cuore non duole”: una sostanziale incompatibilità che veniva bellamente ignorata.

A sostegno di questa tesi anche Free Software Foundation (FSF), che ha sottolineato come ad imporre ulteriori condizioni alla licenza GPL del software sia in particolare la parte dei termini di utilizzo Apple che proibisce un successivo utilizzo commerciale e una diversa distribuzione generale o modificata. Una presa di posizione, questa, che ha peraltro scatenato la reazione veemente del presidente dell’associazione VideoLAN Jean-Baptiste Kempf, che si è sentito scavalcato e che ha detto che “con amici come questi, non abbiamo bisogno di nemici”: FSF si sarebbe dimostrata insensibile alle istanze della sua comunity, chiedendo di fatto di scegliere tra l’appartenenza alla comunity VideoLAN e quello al gruppo che in generale fa riferimento a FSF.

Per coloro che più che alle distinzioni di diritto sono interessati alla disponibilità per il grande pubblico dell’applicazione, invece, il dibattito vede ora sul banco degli imputati lo stesso Denis-Courmont, reo di aver punito (come un adepto troppo zelante) la sua stessa causa per una fine questione di principio. Fra pro e contro, in ogni caso, ormai l’applicazione è uscita da App Store e se gli utenti iOS vogliono dotarsene non possono far altro che rivolgersi al mercato alternativo di Cydia.

Mac App Store, un primo sguardo

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Il nuovo App Store integrato in Mac OS X 10.6.6 è un ottimo punto di partenza per trovare applicazioni utili e divertenti, ottenere informazioni sulle caratteristiche, le classificazioni e i requisiti delle applicazioni e ovviamente acquistare, scaricare e installare le applicazioni. Ecco come funziona e le nostre prime impressioni.

Il nuovo App Store integrato in Mac OS X 10.6.6 è un ottimo punto di partenza per trovare applicazioni utili e divertenti, ottenere informazioni sulle caratteristiche, le classificazioni e i requisiti delle applicazioni e ovviamente acquistare, scaricare e installare le applicazioni. Per usare l’App Store è ovviamente necessaria una connessione Internet e un ID Apple: se si dispone già di un account iTunes Store, un account MobileMe o un altro account Apple, è possibile utilizzare il relativo ID Apple; Se, invece, non si ha un ID Apple, è possibile crearne uno selezionando dal menu “Store” la voce “Crea Account”.  Dopo essere entrati nel sistema con il proprio account, similarmente a quanto accade con l’App Store che abbiamo imparato a conoscere con l’iPhone, è possibile avere immediatamente una panoramica delle varie applicazioni presenti. Nella parte superiore dello schermo, grandi banner mostrano le applicazioni del momento; in basso, per default sono visualizzate le applicazioni “nuove e degne di nota”; scorrendo lo schermo ancora in basso troviamo le applicazioni più richieste e le preferite dalla redazione. Nella parte laterale, a destra dello schermo, troviamo alcuni link veloci: l’accesso all’account, un link per utilizzare eventuali codici-sconto, il link alle pagine di supporto; sempre a destra ma un po’ più in basso troviamo l’elenco delle applicazioni top (quelle più acquistate), le applicazioni gratuite, le “top redditizie”.

Facendo click su un link, sono visualizzate le informazioni dettagliate sull’applicazione selezionata, la categoria di appartenenza, il numero di versione, la lingua, i requisiti di sistema, la valutazione media degli utenti, ecc. Cliccando sulla dicitura “gratis” o sul prezzo (se si tratta di un programma a pagamento), viene richiesto l’account e si passa al download. Se si accede con un account già utilizzato da un dispositivo iOS, è necessario riconfermare i propri dati (compresi i dati della carta di credito e il codice di sicurezza della stessa) e accettare i termini e le condizioni di uso.

Dopo questa procedura (un po’ lunga solo la prima volta), il programma è finalmente scaricato, installato e automaticamente avviato (l’icona dell’applicazione è immediatamente visibile nel dock): la procedura è veramente semplice e intuitiva e alla portata di tutti. L’unico problema che abbiamo riscontrato nell’App Store è la presenza di varie voci ancora in lingua inglese (esempio nel menu “Store”) ma è probabilmente un difetto di gioventù che verrà corretto nei prossimi giorni. Per il resto lo strumento ci è sembrato veramente valido e Apple pare aver pensato a tutto, inclusi i controlli censura per limitare l’accesso ad App Store o alle applicazioni installate da parte di un utente (l’App Store comunica con il pannello Controlli Censura di Preferenze di Sistema) e grazie a questa impostazione i genitori possono far sì che i figli utilizzino solo le applicazioni adatte alla loro età.

L’elenco dei software presenti è già piuttosto nutrito, ma molti produttori presenteranno applicazioni specifiche nei giorni a venire. Interessante notare come il sistema identifichi eventuali applicazioni Apple già installate nell’HD dell’utente e presenti anche sullo store (esempio: iLife ’11 e iWork ’09): in questo caso al posto del prezzo compare la dicitura “installata”. Purtroppo pare che il sistema non riconosca, invece, alcune applicazioni di terze parti già installate nel computer e presenti sullo store: pare che ad ogni modo il sistema non installi un’applicazione dello store già presente e installata nel computer.

Al via il Ces 2011, il regno del tablet (ma non solo)

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A Las Vegas, tra freddo e sole, sta per iniziare il Consumer Electronic Show versione 2011. L’appuntamento di inizio anno, dove si trovano tutti i big dell’elettronica esclusa Apple (che è attesa con le sue novità a fine mese) ha ormai abituato esperti e curiosi alla presentazione di una girandola di novità che poi si concretizzeranno nei negozi nel corso di tutto l’anno. Una sorta di epifania hi-tech che questa volta punterà sul serio tutto sui tablet. Così come ha scritto Paolo Ottolina, in arrivo ci sono non meno di un centinaio di nuove tavolette: il successo dell’iPad ha fatto rompere gli indugi, a cominciare proprio da Microsoft – vera padrona di casa in Nevada – che dopo il fallito lancio dell’anno scorso è attesa quest’anno alla riscossa. Nella notte italiana tra mercoledì e giovedì arriverà la risposta dal keynote di Steve Ballmer. Intanto il mercato, in attesa dell’iPad 2, si sta già affollando: da Toshiba a Samsung, dall’americana Vizio alla Asus ead Acer, le previsioni di vendita per il 2011 sono di oltre 60 milioni di pezzi. Con la partita principale che si gioca non tanto (non solo) sulle caratteristiche tecniche, quanto come sempre sui sistemi operativi: all’iOS di Cupertino risponderà in prima battuta Android, con l’attesa release di Honeycomb, nuova versione adattata agli schermi più capienti delle tavolette. Ma il software di Google non sarà l’unico: il WebOs di Palm darà vita al PalmPad di Hp e il Playbook di Rim sfoggerà il nuovo sistema operativo in stile BlackBerry tutto da scoprire.

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Grande attesa come detto per Microsoft. Perché se da un lato è attesa la presentazione di una tavoletta con Windows 7 ottimizzato per il device, dall’altro si moltiplicano le voci della possibile presentazione di Windows 8. Il nuovo Os di Redmond dovrebbe essere molto attento alle esigenze di “portabilità” e forse potrebbe iniziare a lavorare di concerto con Kinect, il sistema di gioco per Xbox 360 basato sul riconoscimento vocale e dei movimenti che potrebbe vedere il suo esordio fuori dall’ambito ludico (in questo senso si fa già un gran parlare del cosiddetto Kinect Avatar “sfuggito” alle maglie larghe di Microsoft, vedi foto).

Nei 150 mila metri quadri dell’esposizione americana ci sarà ovviamente spazio per ben altro. I quasi tremila espositori – che avranno un bel da fare con oltre 130 mila visitatori attesi – mostreranno una babele di gadget con pochi precedenti. Tre le probabili linee guida principali, oltre al dominio tablet. Il 3D, protagonista del 2010, lanciati gli schermi si concentra su mille novità legate agli occhialini (a partire da Luxottica), ma anche sull’esordio dei primi schermi che seguiranno la strada aperta da Nintendo con il 3DS. In questo senso ha fatto impressione il laptop Qosmio di Toshiba (foto), che lega la resa delle immagini tridimensionali all’utilizzo di una webcam che analizza il movimento degli occhi dello spettatore. Lg ha presentato quindi una Dtv che non necessita l’uso degli occhiali, mentre Toshiba ha annunciato l’arrivo di schermi tv glasses-free entro la fine dell’anno.

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Per gli amanti degli smartphone la novità – oltre al possibile arrivo “a bordo” dei chip di Intel “Sandy Bridge”, i Core di seconda generazione – sarà legata ai modelli dotati di connessione 4G: in questo campo è atteso l’arrivo di molte marche, da Htc che ha anticipato tutti con il nuovo Evo Shift (foto), a Samsung per arrivare a LG. Altro campo di battaglia, infine, sarà quello già affollato delle tv di casa. Oltre il 3D e verso schermi tuttofare, dotati di hard disk allo stato solido (Samsung) ma soprattutto ricchi di nuovi contenuti digitali. Appreso del ritardo della Google Tv, dopo Apple Tv in molti stanno studiando nuovi set-top box per arrivare a conquistare lo schermo più utilizzato nel mondo. Al punto che si attende anche qui una mossa di Microsoft legata a

cubovision_1_b_2433.jpgun nuovo servizio di programmi in streaming che passeranno (forse) attraverso la Xbox. A Las Vegas è presente anche Telecom Italia con il nuovo Cubovision (foto), con processore Intel e sistema operativo Meego, forse la novità – tutta da scoprire però – più interessante per il mercato del nostro Paese, dove al momento latitano servizi e contenuti in streaming.

Il Wi-Fi libero fa un passo avanti

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L’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del così detto decreto “milleproroghe” ha certificato l’auspicio di una maggiore liberalizzazione del Wi-Fi italiano non rinnovando alcune delle prescrizioni previste dalla Legge Pisanu.

L’effetto di questa decisione è quello di snellire gli adempimenti per la creazione di reti Wi-Fi ad accesso pubblico da parte di persone fisiche e giuridiche. Del vecchio quadro normativo resta in vigore per almeno altri 12 mesi l’obbligo di richiedere l’autorizzazione alla Questura da parte dei titolari di Internet Point.

Il quadro in cui si opererà resta tuttavia ancora parziale. Molto in questo senso dipenderà dalle modalità con cui il decreto verrà convertito in legge. Da molte forze dell’arco parlamentare è infatti stata annunciata la volontà di introdurre norme sostitutive che evitino il passaggio da un sistema fortemente restrittivo ad uno del tutto deregolamentato.

Htc prepara l’anti-iPad

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L’azienda taiwanese sta lavorando su un progetto che porterà alla produzione di un tablet con Android 3.0
Lunedi 03-01-2011 – Si chiama Scribe il tablet che Htc starebbe per presentare al fine di contrastare lo strapotere dell’Apple iPad. Il 26 dicembre scorso, l’azienda taiwanese ha descritto un nuovo tipo di dispositivo su cui sta lavorando, un oggetto “wireless, per la precisione, un tablet”, riporta Bloomberg.

La notizia proviene dal fatto che Htc ha chiesto la registrazione di un nuovo device e le specifiche indicano che si tratta di una tavoletta multimediale. Peraltro basata su Android. Non è una sopresa, in effetti, dato che Cheng Hui-Ming, il responsabile finanziario dell’azienda, aveva già espresso interesse per il mercato dei tablet dichiarando che lo stavano “studiando”. Stando alle (poche) informazioni disponibili, lo Scribe avrà la piattaforma di Google nella release 3.0 (Honeycomb) e potrebbe fornire funzioni telefoniche avanzate.

Rilasciato OnyX 2.2.2 Snow Leopard Edition (freeware)

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Joel Barriere ha rilasciato OnyX 2.2.2 Snow Leopard Edition, un aggiornamento della popolare utility gratuita per la manutenzione, ottimizzazione e personalizzazione del sistema operativo Apple.
Mac OS X, come tutti i sistemi basati su UNIX, prevede numerose funzioni avanzate accessibili tramite Terminale, OnyX consente da una pratica interfaccia utente di accedere a queste funzioni, come verificare lo stato S.M.A.R.T del disco di avvio; riparare i permessi; lanciare gli script di mantenimento giornalieri, settimanali e mensili; e attivare alcune preferenze “nascoste” del Finder e delle applicazioni di sistema come il Dock e Safari.
Con quest’ultima versione, in Parametri è stato aggiunto il pannello Mail dal quale è possibile abilitare/disabilitare le preferenze nascoste del software di posta Apple.
Sono stati risolti anche alcuni bug, migliorate le informazioni su cosa fanno le varie opzioni, ed ora viene mostrato il risultato della Verifica del volume (Verifica/Struttura del disco.

Sophone, il clone di iPhone 4 più perfetto che c’è

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Una società cinese annuncia con un comunicato stampa il rilascio di un clone perfetto dell’iPhone 4. Il telefono Apple imitato non solo estiticamente ma anche nel sistema operativo e nelle applicazioni standard. Attenzione alle truffe.
Se qualcuno vuole vendervi un iPhone 4 a prezzo basso, prestate attenzione: potrebbe essere un clone cinese che imita in maniera perfetta il cellulare Apple. L’allerta diventa necessaria dopo avere visto alcuni filmati YouTube che mostrano, appunto, un cellulare di produzione asiatica che non introduce neppure quelle minime variazioni utili a distinguere almeno all’occhio dell’osservatore più esperto il finto dal vero.
Il cosiddetto Sophone, annunciato persino con un comunicato stampa, dà l’impressione di essere stato costruito in maniera tale da non essere in alcun modo distinguibile e in quanto tale essere usato da qualche rivenditore privo di scrupolo per ingannare un cliente, non necessariamente troppo sprovveduto. Non si spiega in altro modo la perfetta somiglianza del case ma soprattutto, caso piuttosto rado, l’interfaccia identica a quella di iOS (con icone indistinguibili, applicazioni di sistema, cartelle, springboard e tutto il resto) che si avvia con il logo Apple e la Mela sulla parte posteriore. Cloni di iPhone in circolazione ce ne sono a bizzeffe, qualcuno ha anche i simboli di Cupertino e persino la scatola, ma raramente capita di vedere qualcuno che è stato in grado (o ha avuto l’ardire) di riprodurre l’intero sistema operativo da capo a piedi, animazioni incluse.
Se questo non bastasse a convincere che il Sophone è adatto ad essere usato per truffare un cliente, basta dare un’occhiata alle specifiche fornite dal produttore che senza troppi problemi dice che i 4 GB di memoria sono spacciati per 32 GB dal sistema operativo; insomma il telefono fa credere di avere 8 volte la memoria che ha, eliminando così alla radice il problema che il produttore averebbe avuto, ovvero quello di pareggiare effettivamente la memoria di iPhone mantenendo il prezzo basso.
Il Sophone è dotato di Radio FM, una bussola, registrazione degli appunti vocali, Wi-Fi, sensore ad infrarossi, schermo multitouch da 320X480 pixel. Non ha la connessione 3G, non ha il GPS, ha una macchina fotografica posteriore da 2 megapixel (anteriore da 0,3 megapixel). Il Sophone è il prodotto “di punta” (in fatti di imitazione) della Shenzen Suff Industry che opera nei pressi di Shangai; nel suo catalogo ci sono decine di imitazioni di prodotti di tutti i tipi (inclusi dei cloni di iPod nano touch) e di tutti i marchi, di cui ben 37 sono cloni di iPhone 4 e 3GS.
Acquistare da qualche commerciante che ha avuto la bella idea di comprare Sophone e poi spacciarlo per iPhone, significherebbe avere a disposizione un prodotto che è esteticamente identico ad iPhone 4 ma che non funziona come iPhone 4 perché il sistema operativo è basato su Java e in quanto tale non è in grado di operare in alcun modo né con iTunes né con le applicazioni di App Store.
Essendo venduto a soli 150$ e avendo un acquisto minimo di 10 pezzi, si presta ottimamente alla bisogna di truffatori di piccolo cabotaggio, negozianti con pochi scrupoli e persino semplici individui che investendo poco più di mille euro possono ricavarne facilmente 5000 se non 6000 spacciando il telefono come un prodotto originale venduto sottocosto. Casi come questi accadono, ma non sono troppo frequenti in Italia, ma all’estero, specialmente in Asia e Medio Oriente, sono dietro l’angolo di ogni via commerciale; comprando si risparmia, convincendosi che l’affare è a portata di mano per la differenza del cambio, l’inferiore costo della vita o il minor ricarico applicato dal negoziante e si finisce per accorgersi della truffa solo quando si collega il telefono ad un computer, magari dopo essere sbarcati dopo una vacanza ed essere a migliaia di km di distanza da chi ci ha rifilato la fregatura. A quel punto quel che resta, oltre alla rabbia, c’è solo la batteria intercambiabile che il Sophone ha mentre l’iPhone no.
Qui sotto pubblichiamo un filmato che mostra un iPhone 4 a confronto con il Sophone. Se vi state scervellando, chiedendovi quale sia l’originale e quale il clone, non siete gli unici…

PlayStation Phone: uscita in primavera?

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playstation phone sony uscitaVi ricordate del PlayStation Phone? Torniamo a parlare nuovamente della futura novità tecnologica di Sony per delle indiscrezioni che continuano ad emergere nel corso degli ultimi giorni e che potrebbero piazzare l’uscita del nuovo prodotto tecnologico che avrà un particolare occhio di riguardo per i videogiochi in un periodo particolare del prossimo anno. Al termine di ogni anno, ormai lo sappiamo molto bene, si fanno dei bilanci di quanto è avvenuto nel corso dei dodici mesi precedenti e si cerca di saperne di più per quanto riguarda le innovazioni che saranno disponibili in futuro.

Dalle ultime indiscrezioni che sono state diffuse sulla rete emerge comunque un quadro molto interessante per quanto riguarda la prossima uscita di questo prodotto tecnologico che potrebbe essere a tutti gli effetti un misto tra uno smartphone e una piattaforma di gioco portatile, come succede con l’iPhone di Apple.

Il PlayStation Phone di Sony, secondo questi rumors, potrebbe essere disponibile per l’acquisto già nel corso dei prossimi mesi primaverili, almeno per quanto riguarda il mercato degli Stati Uniti e del nostro continente europeo.

Si tratta ovviamente ancora di affermazioni che devono essere confermate (o smentite) da parte dell’azienda di produzione, ma è comunque chiaro che le voci sul PlayStation Phone si fanno sempre più frequenti ed insistenti.

Sicuramente nel corso delle prossime settimane arriveranno delle nuove informazioni che potranno dirci di più sul futuro PlayStation Phone. Continueremo ad approfondire l’argomento con ulteriori notizie non appena si saprà qualche indicazione maggiormente precisa.

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